DUCATI   RT 450

SPECIFICHE TECNICHE

MOTORE: monociclindrico a quattro tempi, inclinato in avanti di 10° , testa e cilindro in lega leggera (camicia in ghisa); alesaggio per corsa 86 x 75 mm, cilindrata 436 cc, rapporto di compressione 9,3:1, distribuzione desmodromica monoalbero in testa comandato da albero a coppie coniche a denti elicoidali, carburatore Dellorto VHB 29 AD con diffusore da 29 mm, capacità serbatoio 10 litri; potenza max 36 cv a 6.500 giri, coppia n.d.; accensione a spinterogeno con bobina AT, impianto elettrico con alternatore 6V-70W, batteria 6V-13,5 Ah; lubrificazione forzata con pompa a ingranaggi e carter umido, capacità olio 2,5  kg; frizione a dischi multipli in bagno d'olio, cambio a 5 marce.

CICLISTICA: telaio monoculla aperta in tubi, forcella teleidraulica, forcellone oscillante con ammortizzatori idraulici regolabili; freni a tamburo centrale; pneumatici ant 3.00 x 21, post 4.00 x 18.

DIMENSIONI: (in mm) E PESO: lunghezza 2.181, larghezza 940, altezza sella 820, interasse 1.450, peso a vuoto 128 kg.

PRESTAZIONI: n.d    
La DUCATI RT viene prodotta dal 1970 a 1973 nelle cilindrate di 450cc e 350cc, la sua produzione si deve alle richieste dell'importatore statunitense Berliner. RT sta per ROAD AND TRAIL, ovvero strada e sentiero.

Il successo commerciale fu comunque contenuto, e la maggioranza di queste moto fu destinata al mercato statunitense, dove vennero impiegate anche con vari successi, nelle gare di enduro che si svolgono sui veloci percorsi desertici degli stati meridionali degli USA.
In virtù della scarsa produzione oggi le RT sono divenute un raro ed ambito pezzo da collezione.
Se sono rare le 450, rarissime sono le 350 di questo modello, di cui vennero costruite solo 30 unità, su richiesta di alcuni concessionari italiani. Di queste trenta alcune furono allestite con la testata convenzionale a molle, anziché desmo; le 450 invece furono consegnate tutte con la testata desmodromica.
Di questo è bene tener conto se ve ne offrissero una: ai giorni nostri è più facile trovare le RT equipaggiate con testata normale, che non è originale, perché la testa «buona» era molto spesso carpita per costruire una «Spaggiari replica»; ricordatevene!.
Oggi in Italia trovare una RT originale è cosa ardua: i collezionisti stranieri - occhio fino - le cominciarono a cercare quando da noi venivano equiparate alle Scrambler normali; la maggioranza di queste moto è oggi in Germania ed in Inghilterra. Le poche che si trovano da noi sono vendute dai 5-6 mila euro (anche se è facile vedere prezzi ben maggiori, ma questo è un altro discorso), ma bisogna stare attenti, perché anche delle RT si stanno oggi costruendo delle «repliche», camuffando i più comuni Scrambler, per cui vi consigliamo un controllo accurato. Controllo che purtroppo è impossibile fare attraverso i documenti della moto: poiché in Italia furono prodotte in piccolo numero, e le RT non furono omologate come modello a se stante, ma vennero equiparate alla Scrambler, cosicché le caratteristiche riportate sul libretto di circolazione non sono quelle specifiche della RT.        
Ad esempio, la ruota anteriore è dichiarata di 18" anziché di 21 ", il peso in 134 kg anziché 128, ecc.
A far fede dell'autenticità delle RT sarà quindi la moto in sé e non i dati.

Concludo con le impressioni che ebbi usando la RT, di cui anni fa comprai un esemplare, venduto poi a prezzo vile in Inghilterra.
La RT non mi entusiasmò più di tanto, era come la carne di gabbiano, che non sa né di carne né di pesce: su strada non andava molto meglio delle normali Scrambler, il rapporto corto la penalizzava. Nell'uso fuoristrada era pesante, nel fango affondava; le sospensioni non erano specifiche per il motocross, per cui nei salti la forcella andava facilmente a fondo corsa.
Il suo habitat, effettivamente, era il deserto americano, dove è importante la robustezza: il motore desmo può essere tirato senza parsimonia... le valvole non si incrociano, e la Ducati aveva buon gioco sulle rivali in questo tipo di gare.
Oggi il fascino della RT è dato dalla rarità, dall'aggressiva estetica e dall'ancor più aggressiva tonalità di scarico: non se ne vede più nessuna con la marmitta' quelle in circolazione al giorno d'oggi sono a scarico libero.
Nelle gare di «Old Enduro», sempre più numerose in Italia, queste Ducati sono fra le più ammirate: il loro alto valore è legittimo.


Articolo e selezione foto a cura dell'amico  B. Filippo
Cari amici,

volevo aggiungere qualche nota per l' autore dell'articolo sul modello in oggetto:

1- ne ho avuta una nel 1980: con classica "sbiellata" per aver accelerato a bassa velocità in marcia alta (non ero esperto come ora che ne ho avute 24.... era la prima... comunque era un vero schifo dentro e fuori strada...: l'angolo della forcella, caricava l'avantreno e portava la forcella ad avere mezza corsa a vuoto, ad alta velocità (90/100, oltre era pericolosa, specialmente con gli artigliati) in asfalto, non si sapeva mai in che punto della curva saresti uscito, oltre i 100, anche in rettilineo sembrava di star seduti sul tappeto di Aladino; la scarsa elasticità del motore, non consentiva un uso fuoristradistico vero e proprio, al massimo. qualche mulattiera sterrata; su terreno molle, come dice giustamente il Vs. articolista, l'uso era proibitivo e fisicamente molto impegnativo, non solo per il peso ma, ripeto, per il comportamento del motore; avuto uno scrambler 450 qualche anno prima, direi che sia dentro che fuori strada andasse meglio lui...

2- buon divertimento...

Aggiornamento del (25-7 2010) a cura dell'amico  Fabrizio